Sguardi Sul Futuro

A distanza di un anno dallo scoppio della pandemia di Covid-19, Intimo Più Mare intervista il nostro direttore Marketing Rinaldo Stefanutto per fare il punto della situazione del settore, ma soprattutto per gettare uno sguardo sul futuro.

Partendo dalla lettera di Giorgio Armani al mondo della moda che indica sicuramente un percorso, cosa pensate succederà nel nostro settore nel prossimo futuro?

A un anno esatto osserviamo che l’auspicata forte spinta al cambiamento non c’è stata. Forse c’è più l’attesa di tornare alla situazione pre-Covid.

Come si modificheranno i consumi?

Cambierà il concetto di stagione?Ha ancora senso parlare di stagioni quando queste sono modificate dai cambiamenti climatici e segnate da nuovi stili di vita transgenerazionali? In Emmebivi da tempo stiamo lavorando per prodotti che vadano oltre il concetto di stagionalità, da poter vendere e comprare tutto l’anno: una maglieria che sa adattarsi e rispondere alle modificazioni in atto.

Le collezioni saranno meno numerose e più ridotte?Noi crediamo di sì; ma sembra che per il momento gli attori del mercato e della filiera non vadano in questa direzione. La sensazione è che in generale si cerchi una risposta al nuovo che cambia ma con strumenti vecchi.


Il made in Italy o in Europe torneranno ad avere importanza?
Oggi si sente parlare molto di reshoring; il nostro da sempre è un prodotto europeo con buona parte delle lavorazioni in Italia, dove abbiamo anche la nostra tessitura. Questo potrebbe essere un momento favorevole per una visione più ampia del made in Europe ma con percorsi accessibili alle piccole e medie imprese, che sono la vera spina dorsale di questo comparto.

Il negozio fisico che ruolo avrà?

Il negozio fisico in questo momento ha una grande opportunità da cogliere. Osserviamo, soprattutto nei più giovani, grande dinamicità nella ricerca di forme di integrazione tra comunicazione e vendita, tra fisico e digitale: una positività che va salvaguardata e aiutata a rafforzarsi. Per questo da sempre Emmebivi ha eletto il negozio tradizionale a canale principale di distribuzione; infatti ancora oggi non effettuiamo vendite dirette alle consumatrici online.Quello che facciamo in termini di sviluppo e offerta prodotto ma anche di attività di comunicazione social sono realizzate per mettere attenzione sul negozio tradizionale che è un elemento di coesione e relazione sociale dei nostri territori: la prossimità è un valore aggiunto; non si può puntare solo su basso prezzo e promozioni.

Intervista apparsa per la prima volta su IPM15 del 01 marzo 2020

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